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L’AUTO DEL FUTURO – CONNESSA, ELETTRICA, AUTONOMA

Come sarà l’automobile che avranno i nostri figli (o nipoti).

Se dovessimo definire in maniera sintetica le caratteristiche salienti de L’AUTO DEL FUTURO potremmo certamente avvalerci di tre aggettivi principali: connessa, elettrica, autonoma. Ciascuna di queste definizioni presuppone una trasformazione profonda del Business Automotive e, per rendere l’argomento ancora più piacevolmente complicato, sono tutte strettamente interconnesse.

L’AUTO DEL FUTURO sarà CONNESSA

Dai sistemi di INFOTAINMENT al COMPUTER che chiede se si vuole prenotare online un tagliando, già oggi le vetture più recenti mostrano una reale possibilità di rendere il mezzo di trasporto sempre più in grado di connettersi con il mondo esterno. C’è una recente e crescente vocazione Social (sintetizzatore che legge gli sms, telecamera di bordo per inviare le foto tramite account preferito……) oppure una ormai consolidata vocazione di Servizio (informazioni sul traffico, prenotazione tagliando, contatto con Call Center dedicato al Marchio).

Le applicazioni del futuro saranno in grado di permettere a chi guida di avere in tempo reale tutte le informazioni utili alla guida e di poter comunicare in tutta sicurezza con amici, providers di servizi, Enti di regolazione della circolazione, Assicurazioni. Le auto saranno sempre più equipaggiate di SmartBox, dispositivi intelligenti che saranno di supporto alla guida e a salvaguardia della sicurezza delle persone e della stessa vettura. La normativa europea E-Call richiederà a tutte le nuove vetture un dispositivo per connettersi in caso di bisogno al numero europeo 112.

Le implicazioni connesse a questo sviluppo hanno portato alla definizione di alcuni accordi di principio tra i Manufactures e i principali fornitori di sistemi di connessione voce+dati e sicuramente ve ne saranno altri di questo tipo nei prossimi mesi/anni.

L’AUTO DEL FUTURO sarà ELETTRICA

L’auto elettrica rappresenta un vero elemento di rottura nel modello di Business Automotive finora conosciuto. Basti pensare alla gestione delle batterie, ai punti di ricarica, ai programmi di manutenzione. Il vero punto di rottura, che definisce un prima e un dopo, è rappresentato dal passaggio dai motori alimentati con combustibili fossili (Diesel e Otto) ai motori elettrici. L’elettrico è vissuto come Totem negli Stati Uniti e come Tabù in Europa. Negli Stati Uniti, dove il perno della mutazione del reale è rappresentato dalla dialettica fra industria e finanza, gli analisti vedono molto positivamente l’interesse di alcuni grandi costruttori per le attività innovative legate allo sviluppo dell’auto elettrica (come la produzione delle batterie). Suggeriscono anche di scorporate tali attività da quelle Core per dare spazio e fiducia agli investitori. L’esempio di quanto fatto da Google in Alphabet è rappresentativo della necessità di dare informazioni chiare agli shareholders.  Il fenomeno Tesla inoltre, seppur non ancora in grado di produrre utili, è fortemente rappresentativo del potenziale di sviluppo nell’ambito delle EV.

In Europa il dibattito è invece centrato sull’equilibrio tra politica e industria, si vivono ancora gli strascichi del Dieselgate che ha coinvolto il Gruppo VW. Si assiste inoltre all’apparente disinteresse per l’auto elettrica di un player globale come FCA.

Nel frattempo molti governi, più o meno consciamente, hanno ufficializzato di voler bandire dalla circolazione le auto a combustione interna dal 2040. Chissà se tutti i costruttori saranno in grado di adeguarsi a tali programmi? Chissà se le infrastrutture saranno adeguate in quantità, capacità e copertura territoriale?

Per ultimo citiamo la profonda trasformazione che attende le tradizionali Oil Companies, le compagnie petrolifere che, volenti o nolenti, dovranno adattarsi all’idea di trasformare  il loro modello di business per non diventare obsolete.

Tale trasformazione verso l’elettrico, seppur lenta, è già in atto e a nostro avviso irreversibile. L’AUTO DEL FUTURO dunque sarà elettrica perché non inquinante (zero emissioni di CO, NOx e particolato) e perché alimentata con fonti di energia pulita e rinnovabile.

L’AUTO DEL FUTURO sarà AUTONOMA

Quello delle vetture a guida autonoma (#autonomouscar, #selfdrivingcar, #driverlesscar…..) è senz’altro l’ambito più affascinante e al tempo stesso più controverso. L’interesse e il fascino di questo ambito di sviluppo si percepiscono immediatamente quando si vede l’impegno dei principali gruppi automotive, come Audi, Nissan, Mercedes, BMW da una parte e dall’altra il tentativo di entrare nel mondo del Business Automotive da parte di veri giganti della Tecnologia, come Google, Apple e di providers di servizi innovativi come UBER. La recente adesione di FCA al pool di aziende costituito da BMW, Intel e Mobileye per la ricerca sulla guida autonoma completa la mobilitazione dell’intero settore sull’argomento.

UNA TRANSIZIONE DIFFICILE

I punti controversi sono molteplici. Noi riteniamo che il principale sia proprio a livello concettuale. A nostro avviso una applicazione completa delle auto a guida autonoma sarà possibile solo in un contesto totalmente “a guida autonoma”.  Al contrario sarà impossibile da implementare in maniera combinata su larga scala e in una situazione ibrida di vetture normali+vetture a guida autonoma.  Noi tutti sappiamo quante variabili il cervello umano deve tenere sotto controllo anche nella normalità della guida quotidiana. Alcune sono visive (auto che accenna ad uscire dal parcheggio, pedone che accenna ad attraversare la strada, ciclista che impegna una svolta con il braccio…). Altre sono acustiche (clackson in varie tonalità, grida di una madre a cui sfugge il piccolo verso la strada, sirena di Ambulanza o Polizia….). Altre ancora sono dovute semplicemente all’intuizione e alla esperienza di guida maturate nel tempo.

Siamo ben lungi da sistemi di controllo che possano permettere di far circolare un’auto completamente autonoma in mezzo a infrastrutture e guidatori “classici, più o meno disciplinati. E la distanza è da misurare sia in termini di tecnologia disponibile che in costi della stessa per renderla accessibile.

SPERIMENTARE È DETERMINANTE

Spazio importante invece è da dedicare ad una sperimentazione, anche a brevissimo termine, in un contesto completamente automatizzato in cui le regole del gioco sono chiare e prefissate. Abbiamo visto come i primi test abbiano dimostrato i limiti sopra esposti delle driverless cars attuali per ragioni spesso banali. Basta un segnale stradale imbrattato che la telecamera non decodifica adeguatamente e il sistema va in tilt.

Anche in questo caso dunque si tratta di uno sviluppo a lungo termine. Con tutto il dovuto rispetto per la SICUREZZA, la SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE, il MIGLIORE UTILIZZO DEL TEMPO che si avranno con le vetture autonome, dispiace che, probabilmente, per assaporare il piacere di guidare un’auto come si fa oggi, si dovrà forse ricorrere a prenotare un’ora di circuito dedicato.

 

(VPC Marketing & Communications)

 

 

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